Portogallo (62)

3. Viaggio in Portogallo. Diario di bordo… e consigli utili

Che se ne dica, in Portogallo fa un po’ freschino, perciò non perdete tempo a pensare a quali vestitini mettere in valigia per la sera. Meglio munirsi di felpe, pantaloni e scarpe chiuse per godere al meglio un’avventura fatta di sole e mare, ma anche di trekking e città da visitare. Non fraintendetemi, di giorno in spiaggia si sta anche bene, se non fosse per la temperatura glaciale di uno splendido mare che inganna coi suoi colori a tratti tropicali. A guardarlo bene, davvero viene solo voglia di buttarsi dentro. Peccato che il sogno venga presto infranto dal primo contatto con l’acqua che lascia, è proprio il caso di dire, senza fiato!

“Si sa, è oceano…”, il tormentone, ma io non ci ho voluto credere. In pieno agosto le spiagge più famose sono popolate da turisti che restano inermi sulla battigia. Qualche coraggioso abbozza un tuffo e due bracciate furtive, mentre i più impavidi restano come sempre i bambini che giocano, nuotano e sguazzano manco fossero sulla Riviera Adriatica!

No, io per partito preso mi rifiuto di non fare il bagno e allora adotto una tecnica tutta mia, impegnativa ma efficace. Entro un centimetro alla volta, sopportando un’agonia che pare placarsi solo dopo 20 minuti di discesa graduale negli abissi (1 metro e 60) del Polo Nord. Così facendo non solo abituo il mio organismo allo stato termico dell’acqua, ma perdo persino la percezione degli arti inferiori. Con le braccia ancora alzate al cielo arriva il momento giusto e mi lancio come un pesce. 20 minuti per entrare in mare meritano la soddisfazione di farmici restare per almeno altri 20! Tra gli sguardi increduli dei bagnanti mi aggiudico di sicuro il premio come maggior nuotatore della stagione (a riva ovviamente, perché a largo non vorrei dover stringere la mano a qualche squalo). L’unica controindicazione resta la crisi spastica che il mio corpo subisce una volta riemerso sulla terra ferma, dove lo attende una certa brezza pronta a infierire senza sensi di colpa. Ora che ci penso, chi ha creato il mare deve aver cominciato dal Portogallo, per essersi perfezionato poi alle Maldive…

Tutto questo ovviamente vale per la costa meridionale (Algarve), dove le correnti sono abbastanza tranquille e ci si può imbattere in spiagge lunghe e turistiche (Albufeira e dintorni), spiagge lunghe e selvagge (Ihla da Barreta, Ihla da Armona) e calette meravigliose (nei pressi di Portimao e Lagoa). Per quanto riguarda la costa occidentale è tutta un’altra storia, di fare il bagno con quei cavalloni per me non se ne parla e mi va bene: quello è il paradiso dei surfisti, degli amanti della natura incontaminata e del campeggio very easy. Su questo tratto il creatore ha fatto davvero del suo meglio regalando panorami e tramonti mozzafiato! La sera, come anticipato, meglio coprirsi bene e farsi una buona zuppa, specialità locale.

Per attraversare tutta la costa sud (dal confine con la Spagna fino a Sagres) e risalire a tappe verso Lisbona è stato indispensabile noleggiare un’automobile ma da brava milanese diffidente non ho voluto affittarmi anche il telepass, convinta che avrei risparmiato pagando in contanti ad ogni casello, casello però che non ho mai incontrato. Nessuno ve lo dice, ma in realtà la maggior parte delle strade con pedaggio rilevano il vostro passaggio grazie a degli appositi e discreti sensori (tipo i nostri rivelatori di velocità), dandoti solo cinque giorni di tempo per saldare il debito alle poste. La mia faccia da turista bionda ignara e affranta allo sportello mi ha fatto risparmiare l’onere delle multe accumulate per ogni giorno di ritardo sul pagamento, avvenuto ovviamente alla conclusione del viaggio (due settimane dopo). Credo sia stata fortuna, ma non suggerirei a nessuno di ritentarci, non garantisco il risultato.

Per quanto riguarda il cibo in generale si mangia bene, soprattutto se siete carnivori e amate il pesce. Se siete vegetariani come me è possibile incontrare qualche difficoltà, nonostante le già segnalate ottime zuppe di legumi (non scherzavo). La più buona l’ho mangiata da Manuel, un simpatico e chiacchierino ristoratore della piccola Almograve, sulla strada che porta alla spiaggia.

Attenzione invece agli antipasti che vengono serviti di prassi al tavolo ancora prima dell’ordinazione! Spesso si rivelano più costosi del previsto. Per non parlare poi dei numerosi pseudo ristoranti tricolori, i cui titolari non conoscono una parola di italiano. Chiamano il sugo al pomodoro “napolitano” e propongono le scaloppine con contorno di spaghetti e patatine fritte! Ho visto cose che voi umani…

Una bella sorpresa è stata invece entrare per caso in un curato locale dall’aria vintage dove ogni oggetto pareva ben collocato al suo posto in un apparente disordine creativo. Il gestore è un simpatico ragazzo piacentino, vissuto a Milano per studi di recitazione al Piccolo pagati con lavori serali nei più noti locali della città meneghina, e giunto nei pressi di Sagres non so per quale via. La cucina è davvero originale, con piatti ricercati a confine tra mediterraneo e fusion. L’acqua naturale viene servita in una brocca con all’interno una fragola e una foglia di basilico, tanto per rendere l’idea… Su sua stessa ammissione, ha preferito non specificare da nessuna parte che si tratta di un locale italiano, per timore di non essere preso sul serio.

Di posti da visitare in Portogallo ce ne sono davvero tanti, fatta eccezione per Albufeira (che ricorda molto la nostra Riccione) e Sines (dove impera un’enorme petroliera). I villaggi di pescatori conservano ancora il fascino di veri e propri porti di mare, la vegetazione a tratti selvaggia e a tratti arida sovrasta scogliere e faraglioni che si affacciano direttamente sul mare, e la luna si mostra fiera la notte soprattutto in un punto che, senza offesa, tengo segreto per me. L’interculturalità si respira nell’aria, si osserva sulle facciate delle case, tra le coppie miste che passeggiano per mano, e nel gentile suono “obrigado” che non mi viene in mente mai al momento giusto. “Grazie”, “thank you”, “merci”, “gracias”, ho ringraziato per giorni sempre in tutte le lingue del mondo, ma in portoghese mai una volta che mi fosse uscito! Che figuraccia!

Ciliegina sulla torta la città di Lisbona che mi accoglie giungendo dal lungo ponte rosso “25 de Abril”, con l’allegria della sua gente, il fascino dei suoi vicoli e le tante piastrelle colorate degli edifici. Nonostante mi ritenga una persona educata e rispettosa delle regole, non potevo farmi mancare un pizzico di follia. Fuori da un’antica villa decadente, probabilmente adibita per anni ad auditorium e successivamente lasciata abbandonata a se stessa, non è certo una catena chiusa con dello spago a impedirmi l’accesso. Saranno anche questi geni italiani ma io di restare fuori non ho nessuna intenzione. Scassinato l’accesso, mi infilo furtiva e mi perdo nell’ignoto, dove il sapore della storia e dell’arte sovrastano ogni logica e buon senso.

A dirla tutta però l’arte a Lisbona si respira ovunque, soprattutto per le strade, perché dove ti giri incontri sempre un musicista con la sua chitarra, un mangiatore di fuoco, dei danzatori e un giocoliere. E allora ti chiedi: perché no? Quasi quasi l’ultimo giorno vado al parco, getto il cappello a terra e faccio un ballo anch’io!

Laura Luppi