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Presentazione Or Not 1+1

OR NOT 11

dedicato a Pietro Mancini e Officina Tom

direttore artistico Cristina Gilda Artese

main curator Laura Luppi

edizioni Arsprima

 

2 DICEMBRE 2015 ore 19.00

LIBRERIA GOGOL & COMPANY

via Savona 101, Milano

 

OR NOT 11
La rivista Or Not, giunta all’undicesima pubblicazione, prosegue dunque il suo incarico di mezzo multidisciplinare per indagare i diversi ambiti culturali e sociali che essa può investire. In maniera eccezionale, e solo per questa edizione, i protagonisti coinvolti sono due: Pietro Mancini e Officina Tom, autonomi nella propria identità artistica ma allo stesso tempo legati tra loro. L’unicità alla base di tale dualità viene graficamente espressa nella numerazione del progetto editoriale, reinterpretando il numero 11 nella formula 1+1.
Un’unica pubblicazione quindi per due sezioni dedicate e attraverso cui potersi imbattere in svariati argomenti: l’adolescenza, la geometria nell’arte, la sacralità e il suo dialogo col profano, infine il potere curativo ed espressivo del fare arte all’interno di Cooperative sociali e di farlo in maniera professionale, sperimentale e innovativa.

SEZIONE DEDICATA A PIETRO MANCINI
Pietro Mancini è un artista italiano la cui attività si svolge prevalentemente tra Pomezia e Roma. Il suo eclettico lavoro si sviluppa attorno a molteplici tematiche affrontate col mezzo fotografico e le nuove tecnologie digitali, ma donando sempre un’impronta scultorea e pittorica all’opera finale. Il suo percorso si muove attraverso l’indagine dell’essere umano, con un’attenzione particolare alla fase adolescenziale concepita non in termini prettamente transitori quanto piuttosto atemporali, come parte integrante o latente di ogni individuo anche adulto. La fragilità dell’essere e la sua esigenza di identità intesa in senso collettivo e non esclusivamente individuale, viene maggiormente evidenziata dalla riflessione sull’utilizzo di immagini allegoriche da parte di brand e marche di abbigliamento. L’atteggiamento dell’artista a riguardo non vuole però essere né di denuncia, né di critica, ma di pura constatazione dell’esigenza generale di un recupero di valori, dei significati originari dei simboli antichi trasformati oggi in loghi per il loro utilizzo commerciale. Ciò che a Mancini interessa primariamente sottolineare è tale desiderio più o meno inconscio o conclamato di riavvicinarsi a una sorta di sacralità primitiva, anche attraverso il profano. Da qui i suoi lavori in alluminio retro-illuminati di grande impatto emotivo inducono alla contemplazione religiosa (in senso ampio) quanto all’esplorazione del linguaggio utilizzato per comunicare un messaggio attuale. L’elemento geometrico, filo conduttore e tratto imprescindibile della sua arte, acquisisce nuovi significati ben lontani da quelli matematici convenzionali. La geometria vuole infatti rappresentare una maniera diversa di raccontare le tensioni innate che agitano dall’interno l’essere umano, portandolo possibilmente ad accrescere la predisposizione alla speranza, all’apprezzamento della vita nella sua concretezza, nella sua immediatezza. Il supporto, la materia stessa delle opere (alcune pensate ai fini installativi), spesso affiora come parte integrante, manifestando maggiormente la connessione tra il “concreto” (inteso in senso fenomenico, cioè il percepibile) e tutto ciò che tende verso o a qualcosa d’altro, non spiegabile in termini razionali ma comunicabile e condivisibile sul piano istintivo.
Pietro Mancini ha recentemente vinto il Premio Nocivelli con l’opera “Deposizione” (2014) e ha esposto in numerose collettive e personali italiane ed estere.

SEZIONE DEDICATA A OFFICINA TOM
Nato da un’idea di Cristina Gilda Artese e Pietro Mancini, Officina Tom è un vero e proprio laboratorio creativo che prende vita all’interno degli spazi della Cooperativa sociale Primo Sole dislocati tra Roma, Pomezia, Velletri e Anzio, in collaborazione con Roma Capitale – Assessorato Politiche Sociali, Salute, Casa ed Emergenza Abitativa. In questi luoghi il disagio psichico viene affrontato in fase terapeutica e curativa anche attraverso lo svolgimento di attività di vario genere, finalizzate inoltre all’inserimento o reinserimento degli utenti nel mercato del lavoro.
Per trasmettere al meglio l’atmosfera che si respira in queste strutture, in particolare durante la creazione dei progetti artistici, è stato scelto di dare la parola a chi in esse vive, lavora o collabora sia come utente (artista) che come assistente medico e maestro d’arte. Le testimonianze raccolte accompagnano dunque l’esposizione delle opere del collettivo in un viaggio non privo di sorprese e considerazioni ben lontane dal pregiudizio e dall’opinione comune.
L’arte, quel fermento creativo a cui è sempre difficile trovare una definizione chiara e univoca, in Officina Tom ha la possibilità di esprimersi e manifestarsi nella sua spontaneità e condivisione, grazie al contributo dato con discrezione dal direttore artistico Pietro Mancini. Il suo ruolo risulta infatti marginale rispetto a quello che ci si aspetterebbe, legato soprattutto alla fase organizzativa e riassuntiva delle tante idee che il gruppo propone e poi realizza in prima persona, ognuno secondo le proprie predisposizioni e capacità innate o acquisite. Il mercato dell’arte dimostra una buona apertura verso questa nuova e preziosa realtà, e Or Not sceglie di dedicargli la seconda sezione del numero 11, o meglio 1+1, seguendo la sua dichiarata veste di promotore culturale di anomalie contemporanee.

Laura Luppi

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