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7. In treno

Sul treno noto che il signore seduto davanti a me mi guarda con insistenza. Lo ammetto, penso subito male. Eppure nei suoi occhi non scorgo malizia. Provo ad ascoltare anche la voce dello stomaco che di solito mi dice esattamente cosa fare. Niente. Lei tace. Penso:

“Dev’esserci qualcosa che non va. Il mio istinto di solito è infallibile…”

Attendo e senza rendermene conto già mi perdo nei miei pensieri guardando fuori dal finestrino le case correre all’incontrario. Stazione di Bologna. Quasi, mancano cinque minuti. Mi alzo, prendo la giacca, la infilo insieme alla sciarpa.

“Scusi, se mi permetto…” incalza l’uomo, “volevo dirle che mi ricorda moltissimo mia moglie da giovane. Gliela faccio vedere”.

Dal portafogli tira fuori una foto ingiallita e coi bordi consumati dal tempo.

Scorgo il primo piano di una donna col viso lungo dagli zigomi alti. Gli occhi dovevano essere chiari, dolci quanto severi. La folta chioma mossa le incorniciava il viso disegnando onde lungo i contorni. Mi somigliava davvero.

“Ci tenevo a ringraziarla. Gli anni passano, annebbiano i ricordi, ma nulla possono contro le emozioni.”

di Laura Luppi