Ryan McGinley_Peepers, 2015

Rashid Johnson e Ryan McGinley alla GAMeC

Articolo pubblicato su Hestetika online

Rashid Johnson e Ryan McGinley alla GAMeC di Bergamo

di Laura Luppi

 

Dal 19 febbraio al 15 maggio alla GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) di Bergamo, saranno in mostra Rashid Johnson e Ryan McGinley, per la prima volta in un’istituzione italiana.

Ai due artisti saranno dedicati percorsi espositivi indipendenti, ma interconnessi tra loro dall’intenzione di restituire parte dell’atmosfera artistica americana contemporanea.

Ryan McGinley (1977) è un giovane fotografo già pienamente affermato. A soli 25 anni i suoi lavori sono stati presentati al Whitney Museum of American Art di New York, nello stesso periodo in cui è stato eletto dall’American Photo Magazine “miglior fotografo americano” e successivamente vincitore dell’Infinity Award per la categoria giovani. Se i primi lavori lo hanno visto alle prese con gli ambienti underground trasgressivi con cui era maggiormente in contatto, oggi l’evoluzione della sua ricerca ha mantenuto costante una certa libertà di intenti, soprattutto nella rappresentazione di un edonismo ancora esplicito, ma a tratti più poetico. I nudi, in particolare quelli presenti alla personale “The Four Seasons” a lui dedicata presso la GAMeC, conservano la stessa immediatezza e spontaneità di sempre ma arricchita dalle ambientazioni naturalistiche che li accolgono, e che contribuiscono a rendere pittorici gli scatti suddivisi per l’occasione nelle quattro sezioni “inverno”, “primavera”, “estate” e “autunno”. Frutto di lunghi viaggi in giro per il mondo, quella di Ryan McGinley è un’esplorazione della natura selvaggia, intima ed esteriore, che nelle note di Vivaldi trova (su intuizione del curatore Stefano Raimondi) una perfetta armonia narrativa ed espositiva.

Di altro impatto saranno invece le opere di Rashid Johnson presentate in “Reasons”, personale allestita in un luogo separato che ne conterrà le molteplici sfacettature. I lavori di Rashid sono infatti realizzati con diversi materiali e tecniche, spaziando dai dipinti alle sculture, fino alle installazioni e alle video produzioni che ne completano il progetto. Totalmente differente è inoltre l’atmosfera che si respirerà, caratterizzata da elementi di forte rimando alla componente africana della società americana, dalle sue origini etniche alle impronte più moderne. Passando attraverso le sue manifestazioni più attuali, fatte anche di musica hip hop suonata per le strade, Rashid Johnson focalizza l’attenzione su quella che è stata definita nel 2001 da Thelma Golden la “Post-Black Art”, oggi in continua evoluzione quanto lo è la scena sociale in cui opera. Identità, memoria e integrazione sono solo alcune delle tematiche affrontate dall’artista per mezzo sia di oggetti provenienti dal suo personale passato (dischi e libri di casa ad esempio), che di materiali simbolo della Diaspora Africana (cera, sapone, burro di Karité). Anche Rashid, nato a Chicago nel 1977, ha ottenuto i primi successi molto giovane esponendo allo Studio Museum di Harlem a soli 24 anni, in una mostra curata appunto da Thelma Golden e intitolata “Freestyle”. Da lì la sua carriera è proseguita con mostre e collettive in molti musei e gallerie private.

Curata da Stefano Raimondi, la doppia personale alla GAMeC proporrà dunque uno sguardo sull’America dei tanti volti, aspetti, paradossi e scenari, catturati e reinterpretati in chiave artistica.

In concomitanza sarà inoltre inaugurata “Atlantide delle immagini e delle forme”, collettiva di diciassette artisti le cui opere sono state di recente acquisite dalla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, visitabile fino al 27 marzo.

Bergamo, GAMeC

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